Di bambini & di angeli…

Marzo 8, 2018 0 di Neige

Non so precisamente quando ho deciso di lavorare con i bambini. Forse quando per la prima volta mia figlia mi ha guardata, o forse quando si è posata sul mio seno. O forse quando ho letto la cattiveria negli occhi degli adulti. O forse quando mi sono accorta che un bambino è un essere indifeso. E che ogni gesto, può essere fatale.

Fatto sta che da quando ho deciso di unirmi a loro, nel loro modo di pensare, ragionare, scegliere, mi si è aperto un mondo.

Ed ho fatto una scoperta sensazionale.

I bambini, tutti, hanno un angelo custode. Non quello classico, che la chiesa ci impone di vedere, no no. Un angelo, il piu “laico di tutti” per citare il caro vecchio Dalla.

In questi giorni ne ho avuto la riprova. Mia figlia ha un angelo potentissimo. Eppure io non sono cristiana, non vado in chiesa, e non mi batto il petto. Io credo in cose tutte mie, ma mia figlia ha un angelo potentissimo. Ma è davvero super. Con superpoteri da fare invidia ai supereroi dei cartoni che tanto i bimbi amano.

Mia figlia ha un angelo, ma altri bambini angeli lo diventano probabilmente. Perché certe cose non si spiegano che così.

Oggi un caro, carissimo amico ha perso sua figlia. Giorgia aveva 14 anni, era una ragazzina brava ed educata, una di quelle che quando guardi il suo profilo FB pensi “metterei la firma per vedere mia figlia diventare così”. Giorgia ha avuto un aneurisma. Cosi. Senza preavviso. Senza senso. Ed in pochi giorni, oggi il suo cuore ha deciso di smettere di battere.

Ecco. Io trovo una spiegazione sempre a tutto. Riesco a giustificare cose che agli occhi dei più sono ingiustificabili. Insegno ai miei figli che c’è sempre un motivo dietro a ciò che ci fa male, sempre. Insegno loro che le nostre vite sono continue lezioni. Insegno a me stessa ogni santo giorno che le mie cicatrici mi hanno reso cio che sono.

Ma cose così, no. Cose così non si spiegano. Ma oggi una spiegazione devo darmela per non farmi annientare dal dolore che sento silenzioso scorrere nelle vene. Perché è successo a Giorgia. Ma poteva succedere a chiunque.

Lunedi mia figlia è stata accompagnata per mano da un angelo. Ed oggi Giorgia un angelo lo è diventata. Fortuna. Sfortuna. Destino. Karma.

Chiamatelo come volete.

Ma mi piace immaginare Giorgia, e tutti i bimbi come lei, fluttuante tra di noi, a ricordarci di rallentare, di frenare i ritmi, di alleggerire lo stress, di abbracciare di più i nostri figli, di costruire ricordi.

Perché siamo su un filo maledettamente sottile. Tutti. E spesso il tempo non è abbastanza.

Voglio lavorare con i bambini. Voglio prenderli per mano uno ad uno e farmi guidare da tutto cio che i loro occhi saranno in grado di insegnarmi. E voglio farlo ora. Non domani. Ora. Voglio riempirmi la vita dei loro sorrisi. Di quelli dei miei figli.

Voglio circondarmi del loro buon profumo di cioccolata e patatine. Voglio portarli in masseria a vedere i cavalli. E poi a teatro. Ed al cinema. Voglio esserci quando si addormentano. E quando si svegliano. E voglio far qualcosa per rendere la loro vita a loro misura.

Fosse un vestito. Fosse un progetto. Fosse un abbraccio.